Anche sul finire dell'autunno si scorgono suggestivi tramonti sul colle della Chiesa di San Lorenzo...
mercoledì 9 dicembre 2015
lunedì 16 novembre 2015
Momenti dell'antica fiera di Cavalcaselle!
Gioia, colori e allegria per la fiera millenaria di Cavalcaselle che rievoca la transumanza dei pastori tramandando ai giovani le antiche tradizioni.
La Chiesa di San Lorenzo è felicissima di averVi partecipato!!!
La Chiesa di San Lorenzo aperta per l'antica fiera!
La Chiesa di San Lorenzo apre i battenti in occasione dell'antica fiera di Cavalcaselle con la mostra sulla prima guerra mondiale, periodo in cui fu allestita ad ospedale militare dai coniugi Tiolo-Del Medico!
Per volontà degli stessi coniugi e per amore dei loro figli fu ridonata al culto il 20 novembre 1922 sicuramente durante l'antica fiera!!!
La Chiesa di San Lorenzo ringrazia di cuore per la grande partecipazione e il grande affetto dimostrato.
venerdì 13 novembre 2015
Sul colle della Chiesa di San Lorenzo...
Sul colle della Chiesa di San Lorenzo ...
"si sta come d'autunno
sugli alberi le foglie" (Ungaretti)!
venerdì 2 ottobre 2015
Ama il tuo cane e non lasciarlo fuori al gelo dell'inverno!
domenica 20 settembre 2015
La festa dell'uva a Castelnuovo del Garda (VR)!
venerdì 18 settembre 2015
sabato 12 settembre 2015
martedì 1 settembre 2015
Non abbandonare gli animali...mai!
Non abbandonare mai gli animali e ricorda che, quando il cane diventa anziano, ha ancora più bisogno del tuo amore, delle tue attenzioni e di cure mediche...un cane è per sempre!
domenica 23 agosto 2015
sabato 22 agosto 2015
sabato 15 agosto 2015
Stasera sul monte...un allegro quartetto!
giovedì 13 agosto 2015
lunedì 10 agosto 2015
La notte di San Lorenzo.
gli istanti si fermano
tutto diventa possibile
e impossibile allo stesso tempo,
il potere è in mano
ai tuoi desideri.
Coltivali, sognali, amali,
esprimili nella notte di San Lorenzo" (Stephen Littleword).
Il Santo Lorenzo e l'atomo opaco del male.
Oggi si ricorda il suo martirio e le stelle cadenti che dal cielo formano scintille...rievocano quelle della graticola del compianto.
Piangeva il cielo anche per Giovanni Pascoli e sulla malvagità che abita la terra; e le sfavillanti Perseidi – per la credenza popolare le lacrime del santo martire, arso vivo a Roma il 10 agosto del 258 – sono anche il compianto funebre per la morte del padre Ruggero, ucciso con un colpo di fucile, nella notte fra il 10 e l’11 agosto, mentre tornava a casa da una giornata di mercato.
X Agosto notte di San Lorenzo
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano invano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
Una rondine venne uccisa .mentre recava il cibo ai suoi nati; così pure un povero padre, mentre portava in dono due bambole ai suoi bimbi. Il paragone non è troppo proprio e neppure delicato.
Tutte le determinazioni sulla rondine sono piene di grazia e di dolcezza, e fan sentire come un supplizio immeritato, quasi un sacrilegio la sua uccisione, predisponendo l'animo allo sdegno contro gli uccisori non più d'una rondine, ma d'un tenero padre.. All'anniversario, il triste quadro appare avvolto come in un'atmosfera di sogno; la passione della vendetta ha ceduto ad una vivissima pietà per gli uomini, anche per gli uccisori, onde la preghiera che un pianto di stelle purifichi quest'atomo opaco del male.
Le lacrime di San Lorenzo.
Il picco e' previsto per il 12 e 13 agosto, ma gia' da stasera e fino al 15 agosto...complice la luna che si appresta a diventare "nuova"...naso all'insu' verso nord-est e non si rimarra' delusi!
Lo sciame si irradia dalla costellazione di Perseo e sara' visibile dalle h23 e per tutta la notte...complice il bel tempo!
mercoledì 5 agosto 2015
La Vespa 98, il borotalco nel convogliatore e il suo inventore, l'ing Corradino d'Ascanio.
Di Vespa ne sono state costruite oltre 17 milioni di esemplari dalla prima del 1946, ma paradossalmente Corradino D’Ascanio la considerava la sua “rovina”. Perché il successo dello scooter più famoso al mondo aveva, di fatto, impedito alla Piaggio di continuare a finanziare gli studi sull’elicottero, la vera ragione di vita e il sogno dell’ingegnere abruzzese.
“L’aviazione è stata per me una continua febbre. Fin da bambino volare era per me il sogno più bello e accarezzato. Per ore stavo a guardare le rondini e le invidiavo”. Così diceva l’ingegner D’Ascanio, che prima di diventare il progettista della Vespa aveva costruito vari prototipi di elicottero ed è riconosciuto come uno dei padri di questo oggetto molto complicato e ingegneristicamente molto impegnativo.
È il 1930 quando, sull’aeroporto di Ciampino, il suo elicottero si solleva e vola stabilmente. Ma gli enormi costi di realizzazione dell’elicottero mandano quasi in rovina D’Ascanio, che dalla sua fervida mente congegna nel 1931 un’elica alla quale si possa variare il passo in volo: l’invenzione interessa la Piaggio per dotarne i suoi motori che venivano montati sui bombardieri. Da qui lì ingresso nella fabbrica di Pontedera nel 1934 (vi rimarrà fino al 1961) all’inizio come direttore tecnico dell’ufficio studi delle eliche con la richiesta di integrare lo stipendio con una royalty del 10% per ogni elica venduta. L’attività aeronautica di D’Ascanio continuerà anche dopo la seconda guerra Mondiale ma viene interrotta nel 1952 complice un incidente di volo che porta Enrico Piaggio a bloccare ogni sviluppo dell’elicottero. L’ingegnere abruzzese si dedicherà maggiormente allo scooter e alla piccola automobile di Piaggio, la Vespa 400 cc con motore bicilindrico due tempi di 393 cc, cambio a tre marce e velocità massima di 90 km/h.
Corradino d’Ascanio fu anche un grande inventore che spaziò da oggetti come il distributore orario di sigarette (fatto per se stesso, per cercare di fumare meno) a un sistema per monitorare automaticamente l’inclinazione degli aeroplani lateralmente e nel beccheggio, a un forno elettrico per la cottura del pane, una macchina per la ricerca e la catalogazione dei documenti, (1925), il segnalatore di eccesso di velocità, ma anche l’embrione della cyclette. Per spingere ancora di più le vendite della Vespa, progettò degli espositori “magici” che facevano apparire lo scooter sollevato da una colonna d’acqua oppure in equilibrio su un ramo di pesco (con un adeguato contrappeso ben occultato alla base) sino a far correre letteralmente la Vespa senza nessun sostegno su un sottile filo metallico grazie a un giroscopio che la teneva in perfetto equilibrio: una vera magia!
Perché la Vespa ha avuto un così grande successo planetario? Non è facile rispondere a questa domanda. Venne presentata la prima volta a Torino, il 14 marzo del 1946 alla mostra della Meccanica e Metallurgia, poi in pompa magna a Roma, al Golf Club e venne venduta nelle concessionarie Lancia perché si pensava che fosse più adatta a un utente non motociclista. Prima di offrirla alla casa automobilistica venne chiesto ai Parodi, i proprietari della Moto Guzzi, di proporla nella loro rete commerciale, ma gli armatori genovesi non la ritennero interessante per i loro clienti. La Vespa 98 poteva essere acquistata anche a rate, costava 55.000 lire (lo stipendio medio di un operaio era di 10.000 lire) per il modello Normale e 61.000 lire per quello lusso, che differiva dallo standard per il manubrio cromato e i listelli della pedana con il profilo gommato. All’inizio non riuscì subito ad attirare i motociclisti per via del pregiudizio delle ruote piccole, che non garantivano la stabilità di quelle più grandi da moto, e non interessava gli automobilisti che potevano permettersi più comode e stabili quattro ruote in un’Italia dalle strade massacrate dalla guerra. Però, rispetto a quanto si è sempre detto, non è vero che la Vespa all’inizio fu un insuccesso tanto che ne furono costruite 15.239 esemplari nei suoi tre anni di produzione. E’ vero, invece, che se ne costruirono poche per la mancanza di materie prime e di macchinari adatti allo stampaggio delle scocche.
La prima 98 resta in produzione due anni, poi arriva la 125 e comincia veramente la grande diffusione e si comincia così ad apprezzarne la razionalità, la robustezza, l’affidabilità e l’economia di esercizio. Ovviamente, la Piaggio sostiene il suo prodotto con azioni che oggi chiameremmo di marketing, come i club, i raduni, la partecipazione alle gare più dure come la Sei Giorni. Torniamo però un passo indietro e alle considerazioni di D’Ascanio su quello che doveva essere la Vespa. L’ingegnere abruzzese voleva avere carta bianca da Enrico Piaggio: assolutamente acerbo di motociclette (anche se il suo primo aereo aveva come motore un bicilindrico Harley-Davidson) D’Ascanio aveva pensato la Vespa come un veicolo adatto a chi era digiuno di ruote a motore, anche indicato per il pubblico femminile. Così nasce il cambio al manubrio dove basta ruotare la leva per innestare la marcia, non occorre scavalcare un serbatoio per salire in sella, non ci sono cavi e catene in vista che possono rompersi, la completa carenatura non sporca gli abiti e le ruote sono facilmente smontabili per riparare alle forature. E poi, ottimizzando le sue esperienze aeronautiche, studia una scocca di metallo, quindi robusta e facilmente riparabile, al posto del telaio, la ruota anteriore prende lo spunto dal carrello anteriore degli aerei. Tutto lo scooter è stato progettato pensando a una realizzazione in grandi numeri, in modo da essere il più economico possibile, tanto è vero che Piaggio, senza avere in mano anche un solo ordine, ne prevede la produzione di 10.000 pezzi.
“È un veicolo che a differenza della motocicletta vera e propria può andar bene per tutti i ceti sociali e per ambo i sessi. La sua struttura non implica acrobatismi per salire in sella e non impegna affatto per mantenerla in equilibri a velocità ridotta in mezzo al traffico”. Così scriveva Motociclismo sul fascicolo di aprile del 1946 e proprio questa facilità della guida, che la caratterizza ancora oggi, porterà al vero successo la Vespa.
Il suo motore viene costruito appositamente per questo veicolo: è un semplice due tempi (98 cc, alesaggio x corsa 50 x 50 mm, miscela al 5%) posizionato sul lato destro con l’albero secondario del cambio che è innestato direttamente sulla ruota motrice. Il cambio a tre rapporti è comandato dalla manopola girevole al manubrio che innesta le marce tramite una serie di rinvii mentre l’albero motore ha sul lato sinistro la frizione a dischi multipli e su quello destro il volano magnete, sul quale è calettata la ventola per il raffreddamento forzato. Le ruote in lamiera e scomponibili sono da 8 pollici (i pneumatici da 3,50) e montate a sbalzo. Il telaio è una monoscocca saldata e la sola sospensione è quella anteriore il cui molleggio è garantito da due molle a chiocciola mentre dietro non esiste sospensione e il motore è montato su un telaio costituito da un braccio tubolare dove si blocca il motore e da una struttura ad U che si innesta alla scocca. La Vespa è lunga 1.655 mm, ha la sella a 700 mm da terra e pesa a vuoto 60 kg. Le prestazioni dichiarate sono modeste perché la potenza è di 3,2 CV a 4.500 giri, la velocità massima di 60 km/h e il consumo di 50 km/l.
I grandi pregi di questo veicolo sono quindi l’estrema facilità d’uso, la proiettività e l’affidabilità. L’avviamento era facilissimo, la frizione non era poi molto dolce nel distacco anche perché le guarnizioni dei dischi erano poco più che tappi di sughero, gli innesti del cambio, di conseguenza, non erano proprio prontissimi anche a causa dei giochi che si formavano lungo la via di trasmissione delle lunghe bacchette che partivano dal manubrio per arrivare al motore. La velocità massima era più vicina ai 55 km/h effettivi che ai 60 km/h dichiarati e il consumo si assestava sui 30 km/l al posto degli ottimistici 50. Ma la Vespa ripagava abbondantemente perché sapeva digerire benzine e oli da miscela di pessima qualità come le dissestate strade italiane, magari trasportando ben più di due persone.
Dal numero 2-1996 di Motociclismo d’Epoca, dove è stato pubblicato un corposo dossier, ben 38 pagine, sulla storia della prima Vespa, abbiamo riportato gli aneddoti di Anchise Del Corso, classe 1925, entrato alla Piaggio nel 1940 e in forza al reparto sperimentale e sala prove e dal 1945 al 1964. Del Corso ricorda alcune curiosità relative ai collaudi delle prime Vespa: "Il raffreddamento della testa e del cilindro non era omogeneo. Cosi l'ingegner D'Ascanio ebbe l'idea di immettere borotalco nel convogliatore per vedere bene dove andasse (o non andasse) a battere l'aria inviata dalla ventola. Seppure molto empirica, questa prova (eseguita naturalmente al banco) diede indicazioni utili per migliorare il raffreddamento, ma trasformò i presenti in pesci infarinati. Per provare la tenuta delle gomme sul bagnato non si aspettava certo che piovesse: ci facevamo gettare sulla strada, specialmente in curva, delle gran secchiate d'acqua e poi ci passavamo sopra. Per affrettare il rodaggio dei motori, aprivamo lo sportello del carburatore e ci facevamo precedere lungo una strada polverosa da un mezzo che trascinava fascine, sollevando così un gran polverone: Un po' ci entrava nei polmoni ma un po' anche nel motore, determinando un perfetto accoppiamento tra cilindro e pistone”.
Sulle origini del nome Vespa si sono scritte molte “verità”, come quella del rumore di scarico simile a quello prodotto dall’insetto, ma la più accreditata è quella riferita al fatto che Enrico Piaggio vedendola con quella sua codona e la vita sottile cavalcata da un robusto collaudatore abbia detto “reggerà il peso con quella sua vitina da vespa?”. Ma esisteva un’altra Vespa, sempre a due ruote e costruita nel 1943 da un’altra azienda aeronautica, la MV Agusta. Viste le sorti sicuramente già segnate della Seconda Guerra mondiale anche la MV che produceva aerei su licenza e pure gli riparava, pensò di riconvertirsi alla produzione di motociclette. Realizzato in gran segreto un prototipo, nascondendolo ai soldati tedeschi che occupavano la fabbrica, la moto era una semplice due tempi con motore di 98 cc, tre marce e capace di una potenza di 3,5 CV a 4.800 giri. Pesava solo 70 kg, sfiorava i 65 km/h e costava 135.000 lire. E il suo nome, almeno all’inizio era proprio Vespa, ma poi si rimediò sulla sigla che ne evidenziava la cilindrata poiché la Miller Balsamo di Milano aveva già depositato questo nome nel 1935. La Vespa di Piaggio ha questo nome sullo scudo probabilmente perché non era considerata una “vera” moto, nonostante che nel brevetto depositato nell’aprile del 1946 la si presenti come: “motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica”.
venerdì 31 luglio 2015
La luna blu.
La prossima volta accadrà a gennaio 2018, precisamente all'inizio e alla fine del mese.
Il plenilunio influisce scientificamente sulle grandi masse d'acqua generando influssi benefici all'agricoltura e anche al liquido amniotico delle donne in gravidanza facilitandone la rottura e portandole al momento del parto.
Essa influisce anche sul ciclo circadiano (sonno-veglia) di animali e bimbi avendo piu' spiccata sensibilita' e rendendoli alle volte piu' nervosetti.
giovedì 30 luglio 2015
Emily Bronte: originale, indipendente e creativa.
Faceva il pane e cucinava; ma dopo le nove di sera sedeva in salotto discutendo degli intrecci narrativi con le sorelle Charlotte e Anne per intessere "la tela romanzesca" di ciò che avrebbero scritto.
Il papà, sacerdote, portò un giorno a casa dei soldatini ai fratelli, che le tre giovani sorelle tramutarono nella loro fantasia letteraria in giovanotti!
Nel 1846 veniva pubblicato "Poems" opera di tutte e tre le sorelle seppure mostratesi con uno pseudonimo e nel 1847 Emily faceva pubblicare la sua grande creatura letteraria intitolata "Cime tempestose",
un'opera originale e tormentata come lei e che suscitò per queste caratteristiche scalpore! Ricca di significati simbolici che creano una suspence mista di tensione e ansia per l'attesa e la curiosità del finale. Un libro soffuso di sensazioni forti ed inquietanti. Laurence Olivier nel 1939 fu il protagonista del romanzo portato al cinema!
A ventinove anni purtroppo Emily si ammalava di tifo, diventava magra, pallida ed emaciata; il raffreddore e la tosse erano ostinati e il fiato spesso le veniva a meno facendo divenire ogni movimento faticoso e dolori al petto e ai fianchi tormentavano il suo debole fisico.
Con ostinato coraggio rifiutava l'intervento del medico e l'assunzione di farmaci. Solo in fase estrema ovvero nelle ultime ore di vita disse alla sorella Charlotte che avrebbe accettato le cure: quella mattina era il 2 dicembre 1848, si alzò con fatica, si vestì e proseguì nel suo cucito, ma all'improvviso le forze le vennero a meno e la morte la avvolse violentemente prendendo il sopravvento.
La sorella Charlotte, seppure rimasta scioccata per tutta la sua esistenza, scriveva :" ...L'angoscia di vederla soffrire è passata, lo spettacolo delle pene della morte è finito. Non è più necessario tremare per la dura terra gelata e per il vento pungente. Emily non li sente.".
mercoledì 29 luglio 2015
Che bella passeggiata!
arrivarci con il corpo stanco morto, completamente consunto e gridando..."Che bella passeggiata!" ".
martedì 28 luglio 2015
Il companaticum.
Agli antichi egizi il privilegio di aver scoperto la fermentazione: l'impasto veniva lasciato esposto all'aria e cotto il giorno dopo! Il pane ottenuto risultava così più soffice e flagrante ed era sinonimo di ricchezza.
lunedì 27 luglio 2015
Evita Peron: l'indignazione dinanzi all'ingiustizia.
Una grande donna, l'ultima di cinque figli illegittimi di un piccolo proprietario terriero e della sua cuoca e amante; abbandonata dal padre in tenera eta', Evita crebbe con la madre (che si reinvento' come sarta con l'unico oggetto che possedeva: una macchina da cucire Singer) e i fratelli a Los Toldos in via Francia...attualmente rinominata Eva Peron e la sua casa e' diventata un museo.
Eva e' costretta ad affrontare sin dai primi anni la durezza della vita a causa delle acri discriminazioni per la sua condizione di figlia illegittima, essa stessa scoprira' dinanzi alla bara paterna "un sentimento fondamentale che mi domina completamente lo spirito e la volonta': questo sentimento e' l'indignazione dinanzi all'ingiustizia".
Sui banchi di scuola Evita scopre il suo estro artistico attraverso la recitazione, assecondato dalla madre.
Evita incomincia con la radio e presto raggiunge il palcoscenico teatrale, si afferma come annunciatrice e attrice di soap opera. E poi riprende con successo la carriera radiofonica e lavora in due film.
Evita si emancipa e raggiunge l'agiatezza economica.
Nel 1944 conosce Juan Peron in un momento di difficile traformazione economica per il paese argentino, a motivo della rivoluzione industriale i contadini lasciano le campagne per tentare maggiore fortuna nelle citta'; anche i negri e le donne si inseriscono nel vortice rivoluzionario.
Al nepotismo permeato di corruzione del Governo segue un colpo di stato e il colonnello Juan Peron prende il potere.
Peron viene imprigionato, seguono mesi difficili ed Evita ha i nervi a pezzi.
Coronano il loro sogno d'amore ed Evita, terminata ormai la carriera artistica, intraprende quella politica battendosi per l'uguaglianza di entrambi i sessi e fonda il Partito Peronista Femminile; inoltre si preoccupa per i diritti dei lavoratori.
Ella stessa afferma "Sono il ponte che collega Peron con il popolo. Attraversatemi.".
Folle immense e commoventi aspettano Evita e Peron durante i loro viaggi di rappresentanza.
Evita si batte per i poveri e le donne, occupandosi anche di migliorare le condizioni di vita dei bimbi, degli anziani e delle ragazze madri.
Realizza ospedali, scuole per infermiere, laboratori di igiene e profilassi per debellare pure la tubercolosi, malaria, lebbra e sifilide; case di cura per anziani, costruzione di case popolari, mense scolastiche e scuole.
L'effige marmorea.
La Chiesa fu riaperta al culto dei suoi fedeli e nell'occasione l'altare fu consacrato alla Madonna, a San Lorenzo e a Santa Caterina.
Tale effige marmorea e dipinta si trova sopra alla porta secondaria della Chiesa.
sabato 25 luglio 2015
La fiera del monte.
Momenti memorabili della suggestiva Fiera millenaria che si tiene la terza domenica di ogni anno sul monte, come lo chiamano gli autoctoni, ovvero sul colle di San Lorenzo: i bivacchi, le bancherelle colorate, i cavalli e tra i trattori si distingue il Landini...quando lo avviano, il rombo del suo motore si avverte fino in paese!!!
Oltre a Dante Alighieri anche il celebre soprano greco, Maria Callas, prese parte alla Fiera...come si nota dalla penultima foto!!!!!!!